È al centro dell’attenzione il dibattito sulla legittimità della tecnologia blockchain nel nuovo contesto del GDPR. In particolare sono stati avanzati dubbi circa l’utilizzo regolare di dati registrati “immutabili” e quindi sulla difficoltà di garantire alcuni diritti riconosciuti dalla normativa europea sulla privacy come il diritto all’anonimato e il diritto all’oblio.
Quest’ultimo comprende anche il diritto di ottenere la cancellazione dei dati personali anche da parte dei terzi che eventualmente li trattano. Nel caso della blockchain l’incaricato alla cancellazione dei dati, pena il paradosso di registrare un’informazione che dovrebbe essere cancellata, non potrà evidentemente informare gli altri titolari comunicando la richiesta di cancellazione dell’interessato sulla medesima blockchain.
Sono però state attuate alcune soluzioni con l’obiettivo di assicurare una maggiore protezione dei dati personali e rendere così non identificabile il soggetto che effettua la transazione. Alcune semplici strategie prevedono l’utilizzo di nuove funzionalità come “one-time accounts”, ovvero per ciascuna transazione da parte dello stesso soggetto l’uso di una diversa coppia di chiavi ogni volta, o anche sistemi di criptatura dei dati, i quali diventerebbero in questo modo inintelligibili.
Fonte:
Blockchain e GDPR: le norme da conoscere per tutti i problemi